venerdì 3 novembre 2017

ADDIO A RENZO CALEGARI

Se ne è andato oggi Renzo Calegari, grande cantore del Far West che ora cavalca nelle praterie del Grande Spirito. Grazie per tutte quelle immagini.


Renzo Calegari comincia la sua collaborazione con le Edizioni Audace negli anni Cinquanta. All’interno dello studio Creazioni Artistiche Dami, agenzia dei fratelli Piero e Rinaldo Dami, collabora infatti serie western come Il sergente York, Il ritorno dei tre Bill, El Kid e La pattuglia dei Bufali. La sua prima esperienza personale è datata 1957, quando su testi di Gian Luigi Bonelli disegna i 21 albi a striscia di Big Davy, temerario eroe americano costruito sulla figura storica di Davy Crockett e quindi pronto a battersi per il proprio Paese e per la conquista di Alamo. Da quel momento in poi, la carriera artistica di questo genovese, nato a Bolzaneto il 5 settembre 1933, è spesso legata a doppio filo col genere western, ma alterna momenti di intensa produzione ad altri di totale abbandono della professione di disegnatore in favore della carriera politica.
Sempre nel 1957, e ancora una volta grazie all’agenzia Dami, Calegari comincia una proficua collaborazione con la casa editrice Fleetway per il mercato inglese. Gli vengono affidate le matite di parecchi episodi della serie aviatoria Battler Britton, creata dagli inglesi Mike Butterworth e Geoff Campion, a cui si dedica fino al 1966. L’esperienza gli dà modo di realizzare anche la stroria breve I cavalieri dell’aria, sempre legata agli aerei ma questa volta per la rivista italiana Sgt. Kirk dell’editore Florenzo Ivaldi.
A fine anni Sessanta è una delle colonne portanti di Storia del West, epopea western creata da Gino D’Antonio per Edizioni Araldo, in cui attraverso le avventure della famiglia Mac Donald vengono portati sulla carta personaggi e avvenimenti cardine della frontiera americana.

Dopo una decina d’anni di pausa, Calegari fa ritorno ai fumetti nel 1977, grazie alla rivista Skorpio della casa editrice Eura per cui realizza i disegni di Welcome to Springville, alternandosi con il conterraneo Ivo Milazzo, su testi di Giancarlo Berardi. Calegari così non solo torna a disegnare, ma lo fa col suo genere preferito, il western, grazie a storie brevi che ruotano attorno alla cittadina del titolo. La collaborazione con Berardi lo porta anche a disegnare un numero 17 (del 1978) di Ken Parker, serie della Editoriale Cepim, segnando quindi un ritorno alle pubblicazioni Bonelli che videro il suo esordio artistico. 
Inizia inoltre una collaborazione col settimanale Il Giornalino, della Periodici San Paolo, per cui scrive e disegna Boone, un altro Wwestern. Non disdegna neanche collaborazioni con riviste d’autore, come Orient Express (edizioni L’isola trovata), su cui appaiono alcuni episodi di Welcome to Springville, e Zodiaco (Lo Vecchio), di cui è curatore oltre che autore di una storia incompiuta ambientata sul treno Orient Express.
Si arriva agli anni Novanta, durante i quali Calegari dà vita allo studio La Cittadella, sito a Chiavari, con cui continua a collaborare con i propri editori di riferimento. Così su Il Giornalino appaiono nuove serie realizzate a più mani, tra cui Cristoforo Colombo, Gente di frontiera, America! America!. In casa Sergio Bonelli Editore, invece, Calegari si cimenta col mito western per eccellenza, quel Tex Willer che ancora oggi incanta milioni di lettori. Con la collaborazione di Stefano Biglia e Luigi Copello disegna “La ballata di Zeke Colter”, una lunga avventura scritta da Claudio Nizzi per l’Almanacco del West del 1994.
Si arriva infine al 2007, quando, sempre in casa Bonelli, esce il volume speciale Bandidos!, scritto dall’ormai scomparso Gino D’Antonio e incentrato su uno dei temi principali del western: il trasferimento di mandrie di bestiame a opera di coraggiosi cowboy. 

Al di fuori della produzione fumettistica, e parallelamente a essa, Renzo Calegari si cimenta a più riprese con l’illustrazione. Già negli anni Settanta realizza immagini per calendari e riviste di alcune banche e assicurazioni liguri, ma negli anni Ottanta diviene uno dei copertinisti della collana I Grandi Western di La Frontiera Edizioni, casa editrice di Bologna. In quelle suggestive immagini (che prendono sia la prima che la quarta di copertina) può finalmente rappresentare in tutta la loro magnificenza, libero dalle restrizioni delle piccole vignette, le situazioni tipiche del vecchio West: dalla rapina in banca alla caccia al bisonte, dalla carovana in marcia alla carica di cavalleria. Il suo tratto ormai esperto e propenso al tratteggio si arricchisce di colori sfumati, dell’azzurro del cielo e del giallo del deserto, del marrone delle case in legno e del bianco delle montagne innevate. 

Moltissime sue immagine a colori vengono raccolte in alcuni libri di Lo Vecchio Editore: i due volumi di Il West di Renzo Calegari e Texas Ranger, che con le loro immagini e i loro scritti testimoniano ancora una volta l’amore, e la profonda conoscenza, dell’artista per il Far West, palcoscenico della maggior parte dei suoi lavori.


AUGURI, OSAMU TEZUKA

Oggi avrebbe compiuto gli anni Osamu Tezuka. Lo ricordo con la scheda sotto e qualche suo sketch..


Nato nei pressi di Osaka il 3 novembre 1928, Osamu Tezuka è forse il più importante artista del mondo dei manga e degli anime. Debutta come fumettista ancora giovanissimo, nel 1946, con la serie intitolata Machan no Nikkicho (“Il diario di Macchan”). È solo il primo di un interminabile numero di fumetti, che gli faranno meritare l'appellativo manga no kamisama (“dio dei manga”). La celebrità arriva già dal 1947 con Shin Takarajima (“La nuova isola del tesoro”), libera reinterpretazione su testi di Shichima Sakai dei classici romanzi d'avventura. La fantascienza segue nel 1948 con Lost World, nel 1951 con Next World e da Tetsuwan Atom (“Atom dal braccio di ferro”, noto in Occidente come Astroboy), un ragazzino robotico. Tezuka è anche responsabile della creazione del primo shojo manga (manga per ragazze) grazie a Ribon no kishi (“Il cavaliere col fiocco”, in Italia La principessa Zaffiro), del 1953. Negli anni Sessanta si getta nell’avventura dell’animazione, a cui come autore deve moltissimo, poiché molto del suo modo di raccontare e disegnare deriva dalla visione di cartoni animati, in particolar modo quelli di Walt Disney. Fondata nel 1961 la Mushi Production, nel 1963 trasforma Tetsuwan Atom nella prima serie animata nipponica per la televisione. Due anni dopo segna un altro primato, la sua Jungle Taitei (“Il re della giungla”) è la prima serie giapponese a colori. Nel 1971 si allontana dalla Mushi Production, in difficoltà finanziarie e ormai con obiettivi diversi dai suoi, per creare la nuova Tezuka Productions, sotto il cui marchio realizza nel 1980 il lungometraggio fantascientifico L'uccello di fuoco 2772, ispirato a un suo manga. Nel corso degli anni si dedica anche all'animazione d'autore, per esempio con Jumping, divertente cortometraggio con cui nel 1984 vince il Gran Premio al Festival dell'animazione di Zagabria. Osamu Tezuka scompare il 9 febbraio 1989.