lunedì 30 novembre 2015

ADDIO A SHIGERU MIZUKI


È scomparso oggi il mangaka Shigeru Mizuki. Nato a Sakai l’8 marzo 1922, era il secondo di tre figli e il suo vero nome era Shigero Mura. La sua infazia e la sua giovinezza sono segnate da esperienze, anche terribili, che contribuiranno non poco ai temi e alle atmosfere dei suoi manga. Quando è ancora un fanciullo un’anziana vicina, soprannominata NonNonBa, gli racconta decine di storie di yokai, creature fantastiche del folklore nipponico, che gli restano impresse nella memoria. Intanto cresce la sua passione per la pittura, che viene però ostacolata dalla Seconda guerra mondiale. Nel 1942 Mizuki viene arruolato nell’Armata Imperiale, durante il conflitto contrae la malaria e perde il braccio sinistro in un’esplosione (tra l’altro, essendo mancino, deve imparare a usare la mano destra). Inoltre assiste alla morte di alcuni amici e rimane sconvolto dagli orrori della guerra, tanto da pensare di non fare più ritorno a casa.
Al suo rientro in Giappone disegna per il kamishibai, il teatro d’immagini ambulante, e per i negozi di libri in prestito. Nel 1957 pubblica il suo manga d’esordio, dal titolo Rocketman, ma è nel 1959 che realizza il primo episodio di quella che è destinata a diventare la sua serie più famosa. Hakaba no Kitaro (“Kitaro del cimitero”), questo il titolo, viene realizzato a sprazzi e solo a metà anni Sessanta acquisisce una periodicità stretta e il titolo definitivo. La serie racconta le storie horror, ma anche grottesche e divertenti, di Kitaro, un ragazzino che in una cavità oculare ospita lo spettro del padre defunto che lo aiuta nelle sue imprese. Kitaro in ogni episodio deve affrontare macabri misteri e temibili mostri, inventati o prelevati dal folklore nipponico, quegli yokai di cui in gioventù gli parlava nonna NonNonBa. Questi esseri, noti anche come ayakashi o mononoke, possiedono poteri e abilità misteriosi. Yokai viene spesso tradotto come "mostro" o "fantasma", tuttavia queste creature hanno una natura differente dai mostri o dai fantasmi poiché possiedono alcune caratteristiche amabili per le quali è difficili odiarli, infatti riescono ad accattivarsi la simpatia della gente. Quando nel 1965 Kitaro diviene per la prima volta protagonista di un anime (altri ne seguiranno), col titolo Ge ge ge no Kitaro, la popolarità del personaggio cresce esponenzialmente e si protae fino ai giorni nostri.
Ancora interessato alla pittura e alla tradizione, negli ultimi anni Mizuki si dedica alla realizzazione di stampa ukiyo-e (“immagini del mondo fluttuante”, xilografie tipiche giapponesi) usando le medesime tecniche degli artisti del passato. Non solo, riproduce molte stampe del famoso Hiroshige (1797-1858), della serie Cinquantatrè tappe della Tokaido, lasciando immutati i paesaggi ma inserendovi molti yokai e il suo personaggio più famoso, Kitaro, che si trova perfettamente a suo agio in questo gioco tra passato e presente.
Continua a lavorare anche in vecchiaia, e la strada che porta al suo studio è disseminata di statue che rappresentano gli yokai, quelle creature che lo hanno sempre affascinato e a cui ha dedicato anche un’enciclopedia, da lui scritta e disegnata, dal titolo Nihonyokaitaizen (in Italia Enciclopedia dei mostri giapponesi).


venerdì 13 novembre 2015

CONQUISTEREMO IL MONDO!


Nei cartoni animati della Warner Bros, divertenti animali mettono spesso a dura prova le leggi della scienza. Personaggi come il gatto Felix o il coyote Wile E. Coyote cadono da altezze vertiginose, vengono colpiti da incudini, ingoiano esplosivi, subiscono deformazioni coporee per poi tornare al loro stato precedente, magari con l’aggiunta di qualche cerotto. Tutte esasperazioni che mirano a strappare un sorriso. Ma nella sua vasta produzione di cartoons, la Warner ha dato vita anche a un animale scienziato i cui episodi si aprono sempre con la seguente conversazione. 
“Ehi Prof.! Che cosa facciamo stasera?” “Quello che facciamo tutte le sere, Mignolo: tentare di conquistare il mondo! ”
A pronunciare tali frasi sono, rispettivamente, Mignolo e il Prof. (in originale Pinky and the Brain), due topi da laboratorio protagonisti di una serie animata del 1995. Mentre Mignolo è tanto stupido quanto alto, il Prof. è decisamente un genio, nonché uno dei più recenti rappresentanti della curiosa categoria detta dello scienziato pazzo, o mad doctor secondo la definizione anglofona. Tali individui dall’intelligenza estremamente sviluppata si presentano con grande frequenza nelle opere di genere fantascientifico. Lo scienziato pazzo non è necessariamente malvagio, potendosi trattare anche di un semplice eccentrico troppo preso dai propri esperimenti per rendersi conto di ciò che accade intorno a lui, e troppo intelligente per essere compreso dai comuni mortali. Sta di fatto che il Prof ne incarna perfettamente la figura, seppur in chiave umoristica. Peccato che i suoi ingegnosi piani siano sempre e comunque destinati al fallimento.