giovedì 13 agosto 2015

RICORDANDO F. FUSCO

Si è spento il 9 agosto Fernando Fusco, abile disegnatore di Tex (e non solo). Lo ricordo con questa biografia.


Tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta, Sergio Bonelli continua a cercare valide matite da inserire nello staff di disegnatori di Tex. L’editore ha un duplice obiettivo: fornire un prezioso aiuto a Galep, che certo non può sostenere una produzione di cento tavole al mese, e arricchire la testata principe della casa editrice con autori nel solco della tradizione classica ma allo stesso tempo dalla forte personalità artistica. Tra questi vi è Fernando Fusco.
Racconta proprio Bonelli: “Il lato più gratificante del mio lavoro, appassionato come sono di disegno, consiste proprio nel cercare nuovi disegnatori per una casa editrice in piena crescita; proprio per questo leggo instancabilmente la produzione degli editori italiani e non solo, anche dei francesi, degli inglesi e degli spagnoli. È il motivo per cui non mi sfugge il segno affascinante e personale di un artista che, dopo aver lavorato a lungo in Francia, è arrivato sule pagine dell’Intrepido. Le serie che illustra per la rivista, Lone Wolf e i I due dell’Apocalisse, scritte da Luigi Grecchi, sono due piccoli gioielli e non c’è quindi da meravigliarsi se io faccio di tutto per assicurarmi la collaborazione del loro disegnatore. Confesso che il suo arruolamento nelle fila bonelliane è tutt’altro che facile, ma quando si realizza ho il privilegio di lavorare oltre che con un prezioso collaboratore anche con un grandissimo amico, proprio come piace a me.”

Anche Fusco riporta di una certa titubanza iniziale a cominciare la collaborazione. “Conobbi Sergio Bonelli quasi subito dopo il mio ritorno dalla Francia. Conosceva il mio lavoro e mi fece delle proposte interessanti per disegnare Mister No, ma io temevo molto la lunghezza delle storie che uscivano nelle sue serie, ognuna delle quali richiede un anno o più di lavoro. Così inizialmente rifiutai, ma poi avvenne un fatto che mi convinse a cambiare idea. Un amico francese mi informò che la Universo aveva cominciato a pubblicare là Lone Wolf, senza nemmeno avvisarmi. Telefonai in casa editrice chiedendo spiegazioni e loro accamparono scuse insostenibili. Così l’atmosfera non era più serena e questo mi spinse ad accettare la proposta di Bonelli. Che mi diede subito una sceneggiatura di Tex. Non me ne sono mai pentito, perché loro erano più interessati alla qualità dei disegni e, pur tenendo alla produzione, non chiedevano un impegno così assillante come alla Universo. Poi c’era un rapporto più frequente, più amichevole.”

Così nel 1974 il disegnatore firma la sua prima storia di Tex, “L’idolo di metallo” su testi di Gianluigi Bonelli, e da allora si dedica solo al ranger. Ma in precedenza la sua vita artistica è stata molto varia. Nato l’1 agosto 1929 a Ventimiglia, si trasferisce ad Algeri quando è ancora un bambino. Torna in Italia allo scoppio della Seconda guerra mondiale. In seguito frequenta l’accademia di Bordighera e nel 1948 debutta nel mondo del fumetto con alcuni episodi della serie avventurosa Jeff Cooper. Nel 1949 si trasferisce a Parigi, ove resta fino al 1970 con la parentesi romana che va dal 1952 al 1955, quando deve svolgere il servizio militare e in seguito collabora saltuariamente con Il Vittorioso e realizza ilustrazioni per album di figurine.

In territorio francese, invece, crea Scott Darnal per le Éditions Mondiales di Cino del Duca, Cendrine e Esperanza (Éditions Montsouris) e illustra molte storie destinate ai quotidiani, per conto della Mondial Press. Si occupa anche dell’adattamento a fumetti di alcune serie televisive per Sagéditions, tra cui Bonanza, Tarzan, Penna di Falco, Il cavallo di ferro. Disegna anche gli umoristici Tim e Tom e la piacevole saga western Willy West su testi di Luigi Grecchi. Per il mercato inglese collabora con l’agenzia Temple Art, disegnando fumetti e illustrazioni per pubblicazioni femminili.
Tornato in Italia nel 1970, disegna per l’Intrepido delle edizioni Universo le serie scritte da Grecchi Lone Wolf e I Due dell’Apocalisse. L’incontro con Bonelli cambia la sua vita professionale, portandolo a dedicarsi esclusivamente a Tex, che caratterizza in modo molto personale, rendendolo decisamente più muscoloso e possente di quello dei suoi colleghi disegnatori.
Smette di disegnare fumetti nel 2010, per dedicarsi alla pittura.

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