sabato 31 dicembre 2011

SNOOPY GIRAMONDO


Ho già postato un intervento simile qualche tempo fa, ma mi piace ribadire il concetto. Esercitano sul sottoscritto un fascino notevole i volumi che, presumibilmente, hanno girato mezzo mondo e sono passati tra le mani di molti lettori. Come questo volumetto per ragazzi di Snoopy. Realizzato e stampato negli Usa, è stato comprato dal sottoscritto a Tokyo, su un banchetto di Jinbocho (quartiere delle librerie). Solo 100 yen (circa 1 euro), per un volume evidentemente usato (ma l'interno è in ottimo stato) e quindi probabilmente letto e sfogliato molte volte. Ora si trova nella mia libreria, in provincia di Parma, avendo così "visitato" almeno tre continenti. Chissà quanti bambini (e adulti) ne hanno condivisa la piacevole lettura…

martedì 20 dicembre 2011

IL NATALE DI ALESSANDRI


Questa cartolina disegnata da Ferruccio Alessandri (un mito!) ha più di venti anni, ma rimane estremamente attuale.

domenica 18 dicembre 2011

NATALE TOPOLINESCO


Un paio di Topolino di qualche anno fa a tema evidentemente natalizio. Topo auguri a tutti!

domenica 11 dicembre 2011

ZORRY KID IN 3D


La collana "Fumetti in 3D" della Hobby & Work continua a crescere. Tra i nuovi personaggi, in uscita nei prossimi mesi, ci sarà anche Zorry Kid di Benito Jacovitti. Per l'occasione, rispolvero una mia vecchia introduzione, apparsa sul volume pubblicato anni fa da Edizioni IF. Zicchet, zacchete, Zac!

VIETATO COSARE!

Vietato cosare! Lo dico una volta sola e non intendo ripetermi, ostregheta! Quindi mettetevi buoni buoni a sedere, lettori della malonza, che debbo introdurvi al fantastico mondo di Zorry Kid e del suo mirabolante autore, Benito Franco Giuseppe Jacovitti, per gli amici Jac e, per ammissione della sua stessa figliuola, uomo “assurdo, fantasioso, surreale, inaffidabile e pazzerellone.” La peppa, che presentazione altisonante! Il buon Benito si è invece definito (notare il sopraffino giuoco di parole) “un clown, un pagliaccio. Sono orgoglioso di essere un pagliaccio. Sono un matto.” Mondo pistacchio! Davvero un peperino! In effetti Jacovitti, nato in quel di Termoli il 9 marzo 1923, ha cominciato a dare segni di risata tremens fin da giovanissimo. Porcalanonna, a soli sedici anni già collaborava per il miticissimo Vittorioso, settimanale cattolico che ha faticato non poco a contenerne l'anarchico umorismo. Erano i tempi dei 3P, ovvero Pippo, Pertica e Palla, dove Pertica assomigliava proprio a Jacovitti, anche se chi l'ha conosciuto molti anni dopo l'avrebbe abbinato più a Palla. Magnana per la magnana, gli anni oltre a invecchiare ingrassano. Non scalpitate (cosa siete, cavalli?) lo so bene che il personaggio più famoso dello Jac nazionale è Cocco Bill, datemi il tempo di arrivarci, mondo pistola! Il cowboy che beve camomilla nasce infatti il 28 marzo 1957 su Il giorno dei ragazzi. A cavallo di Trottalemme (che ovviamente è un cavallo, altrimenti non ci andrebbe a cavallo!) sparazza in lungo e in largo per il Far West del milleottocentocinquantaquindici. Ma ora a remengo ogni divagazione, siamo infatti qui convenuti per parlare di Zorry Kid. Lo spagnoleggiante spadaccino è stato creato nel 1968 per il Corriere dei Piccoli, ma è apparso anche su Il Giornalino. Ai primi dell'Ottocento la cosa, la California, è un possedimento che se la passa male a causa del suo dispotico governatore, Don Pedro Magnapoco, amante di tasse, balze, balzelli e imposte varie (e neanche un condono in vista!). Ma contrastarlo c'è nientepopòdimenoche un misterioso caballero masquerado, Zorry Kid, la cui vera identità è Kid Paloma, ragazzotto tifoso del flamengo (non la squadra di calcio, il ballo). E ora, porcaccia loca, voglio anche farvi notare quanto è buffo Jacovitti quando riempie le sue vignette di salami con le gambe, uova parlanti, lische di pesce, polli arrosto volanti, serpenti col cappello, cani che fanno la cacca nel vasino, pesci volanti, piedoni, matite, lische di pesce (che è anche la sua firma), teschi, pettini, fiaschi di vino. “Ho paura del nulla”, diceva Jacovitti, e bravo stella riempiva di ognibendidio tutti gli spazi bianchi, che a guardare una sua tavola viene quasi il mal di testa, ma si ride di brutto. E i suoi personaggi lo sanno di essere in un fumetto: saltano da una vignetta all'altra, le capovolgono per fare uscire l'acqua, si abbassano per non picchiare la testa contro il bordo superiore e molto altro ancora. Ma quello che mi fa scompisciare più di tutti è Carmelito Battiston, maggiordomo di Kid Paloma, i cui balloon sono tutti bianchi perché sa leggere ma non scrivere. Diavolo di un Benito! Ma lo sai che il tuo nome è tornato di moda? Tu però ci manchi tanto, da quando il 3 dicembre 1997 ci hai lasciati orfani di mille personaggi. Osti, non so se sei finito all'Inferno o in Paradiso, ma certo è che dove sei ora deve essere pieno di disegni dappertutto. Un abbraccio dall'aldiquà.

venerdì 9 dicembre 2011

L'ALBERO DI DENNIS


Nuovo post a tema natalizio. Questa volta tocca a una bella vignetta di Dennis la minaccia. Alla prossima.

IL NATALE SI AVVICINA


Il Natale si avvicina, è quindi giunto il momento di postare immagini che abbinano i fumetti alla festa. Prometto che nei prossimi giorni ne posterò altre. Si comincia con la Marvel.

giovedì 8 dicembre 2011

RICORDANDO BONELLI


Un giorno di diversi anni fa, mentre ero in giro a svolgere commissioni, mi squillò il cellulare. Sullo schermo apparve un numero sconosciuto. Aprii la conversazione col classico "pronto" e, dall'altra parte, una voce rispose "ciao, sono Sergio Bonelli". "Come no, Bonelli in persona", feci io con fare sarcastico. E il mio interlocutore: "in persona, chiamo per farti i complimenti per i tuoi articoli." Ero un po' indeciso... Nervoso perché avevo appena discusso con la questura per un passaporto che non arrivava mai, stavo decidendo se mandare al diavolo l'autore della telefonata. Ora, per non creare confusione, devo aprire un paio di parentesi. Sebbene io conoscessi già Bonelli da diversi anni (lo intervistai la prima volta che ero solo diciottenne), non eravamo propriamente amici e certamente lui non aveva il mio numero di cellulare. Secondo, io e il mio amico Gabriele in quel periodo eravamo soliti farci scherzi telefonici (che ci volete fare, siamo bambinoni) che vertevano prevalentemente sul fingersi personalità del mondo del fumetto (digressione nella digressione, a me ne era venuto particolarmente bene uno in cui fingevo di essere un vecchio autore di fumetti che lo tormentava per avere del lavoro). Sta di fatto che quel famoso giorno io pensai che Gabriele mi stesse prendendo per i fondelli e che con i complimenti facesse leva sul mio egocentrismo per farmi cadere nella sua trappola (che uomo diabolico!). Mentre pensavo tutto ciò, la voce dall'altra parte continuava a snocciolare complimenti sui miei redazionali pubblicati su Mister No e io cominciai a pensare "accidenti, Gabriele imita davvero bene la voce di Bonelli". Un dubbio mi balenò per la mente "e se fosse veramente Bonelli?". "Ma sei davvero Bonelli?" (come chiedere all'oste se il vino è buono…) La risposta affermativa, accompagnata dalla frase "mi capita spesso che non mi credano alla prima telefonata" mi convinse. In effetti, dopo essersi procurato il mio numero (proprio da quel doppiogiochista di Gabriele, che comincio a credere non mi disse niente per indurmi a cadere in errore, sempre più diabolico), Bonelli mi chiamò veramente per farmi i complimenti. Dopo quella volta, ricapitò di tanto in tanto (tipo una volta all'anno) che telefonasse per lo stesso motivo. Sinceramente, non so quanto quelle telefonate (che faceva anche ad altri) fossero semplicemente di cortesia e quanto credesse veramente negli elogi diretti al suo interlocutore. Ma il fatto che una persona a capo di una casa editrice così importante, ed evidentemente pieno di impegni, trovasse il tempo per chiamare uno scribacchino come il sottoscritto l'ho sempre trovato un gesto di grande classe e umanità. Non riceverò più quelle telefonate, ma almeno ho una storia da raccontare, quella di quella volta che per un pelo non mandai a quel paese Sergio Bonelli. Grazie di tutto, Sergio.